Anticipare il rischio: come il foresight può supportare la normativa in ambito digitale

Gennaio 2025

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Il contesto normativo Europeo

Il panorama normativo europeo in ambito digitale ha vissuto una significativa evoluzione, in particolare durante l’ultimo mandato della Commissione Europea (2019 – 2024). Partendo dal GDPR per poi includere regolamenti come il Cybersecurity Act, il Digital Services Act, il Digital Markets Act, la direttiva NIS2, il Cyber Resilience Act, il Data Act, Il Data Governance Act, il DORA e, infine, l’AI Act. Questa vasta produzione legislativa, non ancora terminata, riflette l’intento dell’Unione Europea di creare un ecosistema digitale sicuro e trasparente, ma pone anche sfide notevoli per le organizzazioni.

La definizione di rischio e la sua anticipazione

La distinzione chiave tra rischio e incertezza risiede nella calcolabilità. Mentre i rischi presentano una distribuzione statistica nota, permettendo l’applicazione di calcoli probabilistici, l’incertezza riguarda eventi che non seguono una distribuzione prevedibile, rendendo impossibile una stima probabilistica.

Le tecniche di anticipazione di cui parleremo in questo articolo rappresentano un approccio innovativo nella gestione dei rischi, superando i limiti dell’approccio tradizionale. Mentre il modello classico si focalizza sui rischi misurabili e conosciuti, l’anticipazione del rischio si spinge oltre, affrontando le incertezze autentiche, ossia eventi futuri non prevedibili e privi di dati storici affidabili.

Un aneddoto utile a comprendere il concetto è il seguente. A New York, nel 1898, il problema principale della città era il letame generato dai 150.000 cavalli che circolavano per le strade ogni giorno. E sembrava fosse impossibile risolvere questo problema, perché invece di ragionare in un’ottica proiettata sul futuro, gli esperti dell’epoca ragionavano senza pensare che potessero esistere tali variabili. Tuttavia, nel 1897 nasceva la Model A della Ford e gli autoveicoli, come è noto, hanno radicalmente cambiato il futuro. Se gli esperti a New York avessero compreso a fondo i segnali deboli (la nascita di modelli mass-market di veicoli), la soluzione al problema sarebbe stata profondamente diversa. In altre parole, se avessimo avuto esperti di foresight nel 1898, non solo avremmo previsto la Model A della Ford come soluzione all’inquinamento, ma avremmo forse anticipato anche rischi come l’inquinamento, la sicurezza stradale e il traffico.

Riteniamo che queste tecniche siano particolarmente utili proprio nella gestione dei rischi. Tramite una maggiore e migliore comprensione degli scenari futuri, le organizzazioni potranno ridurre quell’incertezza di cui parlavamo poco fa. Questo aiuterà le organizzazioni ad aumentare le informazioni necessarie a comprendere e anticipare i fenomeni che potrebbero materializzarsi nel futuro.

Si tratta di uno strumento di analisi strategica che consente di esplorare scenari futuri partendo da due variabili chiave che influenzano il contesto in esame. Graficamente, la matrice è costruita su un asse cartesiano, in cui l’asse orizzontale e l’asse verticale rappresentano due variabili indipendenti, solitamente incerte ma significative, come tendenze sociali, economiche, tecnologiche o ambientali.

L’incrocio degli assi suddivide lo spazio in quattro aree, o quadranti, ognuna delle quali rappresenta un possibile scenario futuro, derivante dalla combinazione dei valori estremi delle due variabili. Questo approccio permette di visualizzare diversi sviluppi potenziali e supporta la pianificazione strategica adattiva.

La differenza con la gestione del rischio classica è piuttosto chiara. Solitamente, vengono utilizzate solo due variabili: la probabilità che si verifichi un evento dannoso e la gravità di tale evento. Da qui deriva il concetto di “rischio inerente”, dal quale ci si aspetta una riduzione al “rischio residuo” a seguito dell’implementazione di presidi di controllo adeguati.

Verso una anticipatory compliance

In questo contesto, il paradigma emergente della anticipatory compliance rappresenta non solo un’alternativa all’approccio tradizionale al rischio, ma anche un modo per ampliare l’analisi e tramite un approccio prospettica, piuttosto che limitarsi a reagire agli eventi passati.

Il nostro momento storico, specialmente all’interno dell’Unione Europea, è caratterizzato da una mole di nuove normative che intervengono su pressoché ogni aspetto dell’economia digitale e dei dati, lasciando ampi spazi di incertezza e confusione interpretativa. Anche i regolatori preposti richiederanno tempo per stabilizzare le interpretazioni necessarie a chiarire come le organizzazioni dovranno cambiare i loro processi (o addirittura i loro modelli di business).

Riteniamo che, in questo contesto, adottare un modello anticipante consenta di costruire strategie più efficaci, basate sulla collaborazione tra i diversi attori coinvolti, e di sviluppare una maggiore capacità di resilienza e adattamento di fronte a situazioni senza precedenti. Questo approccio proattivo rappresenta un’evoluzione necessaria per affrontare la crescente complessità e imprevedibilità dei rischi contemporanei, rafforzando al contempo resilienza e competitività.

In conclusione, come sottolineato da Stephen Almond, Director of Technology and Innovation dell’ICO nel panel organizzato da EDPS citato in apertura, “prevenire è meglio che curare”. La sua considerazione può aiutare a comprendere l’importanza di costruire strategie proattive che mettano a fattor comune cambiamenti normativi e rischi futuri in un’ottica collaborativa tra istituzioni e regolatori, istituzioni private e corporations, accademia e ricerca. Siamo fermamente convinti che solo un dialogo pragmatico, aperto, inclusivo e costruttivo potrà permettere di elaborare scenari futuri in maniera utile a raggiungere i risultati che le normative si prefiggono e, allo stesso tempo, permettere uno sviluppo fiorente dell’innovazione tecnologica in chiave etica.

Gennaio 2025