Fabio Chiusi
(giornalista e fellow del Centro Nexa su Internet & Società)

Mercoledì 13 gennaio 2016, ore 17.00 – 19.00

Centro Nexa su Internet & Società
Politecnico di Torino, via Boggio 65/a, Torino (1° piano)
Suonare al citofono Portineria – Seguire le indicazioni lungo il percorso
(Per maggiori informazioni su come raggiungerci clicca qui)
“I giochi sono finiti, per la privacy”, dice il fondatore di WikiLeaks, Julian Assange: la sorveglianza di massa online è un fatto, e continuerà a esserlo. Per questo dovremmo concentrarci su cosa significhi vivere – e proteggere i propri dati personali – in un mondo che è una “casa di vetro”, sì, ma non per i controllori: per i controllati.
Quella di Assange è tuttavia solo una goccia in un mare di opinioni analoghe: se, si chiedono molti osservatori qualificati, la rete Internet è nata con una promessa di utopia – uguaglianza, democrazia, conoscenza, ma soprattutto libertà – come mai oggi non parliamo che del suo contrario? Come mai, nella cronaca come nella cultura (libri, fumetti, film), almeno a partire dal ‘Datagate’ non facciamo che associare il web alla distopia? Come mai i fatti sembrano perfino più cupi delle fantasie anti-utopiche oggi tornate, non a caso, di gran moda? E soprattutto: perché per l’opinione pubblica questo massiccio slittamento dai diritti ai doveri è del tutto o quasi indolore?
Eppure la rete produce ulteriori disuguaglianze, posti di lavoro vanno in fumo perché automatizzati o resi superflui dalle nuove intelligenze artificiali, gli algoritmi sostituiscono esseri umani in decisioni sempre più umane: sono fatti dibattuti, ma concreti. È per via di forme di propaganda e manipolazione insidiose e invisibili, sui social network come sui motori di ricerca, o è davvero la perdita generalizzata del valore stesso di tutelare la propria privacy online? In questo incontro, l’obiettivo è formulare alcune considerazioni che contribuiscano a una risposta alle difficili ma cruciali domande poste dalla nostra era iperconnessa e ipercontrollata, tra cui:
- cos’è l’utopia internettiana, e perché sta fallendo
- cos’è una distopia tecnologica, e sue tracce nella cronaca
- come l’antiutopia di Internet ha fatto irruzione nella cultura popolare
- il ruolo della retorica della “sicurezza nazionale” nella distopia internettiana e quello, paradossale, dell’ideologia del “digitale”
- dopo l’antiutopia: fine della democrazia o del capitalismo?
- alcune possibili forme di resistenza: dalla “obfuscation” al “cifrare tutto”, dalle carte dei diritti in
Internet alle riforme politiche
Biografia

Fabio Chiusi è un giornalista freelance (Wired, L’Espresso, Repubblica) e un blogger (ilNichilista, Chiusi nella Rete) che scrive regolarmente di censura e sorveglianza su Internet, analizzando il complesso rapporto tra tecnologie digitali, politica e società. Ha conseguito un “Master of Science” in Filosofia della Scienza presso la London School of Economics. È autore di Critica della democrazia digitale. La politica 2.0 alla prova dei fatti (Codice Edizioni).
Letture consigliate e link utili
- Barlow, J. P. (1996), A Declaration of the Independence of Cyberspace
- Brunton, F. e Nissenbaum, H. (2015), Obfuscation: A User’s Guide for Privacy and Protest, The MIT Press, London
- Chiusi, F., Perché la sorveglianza di massa sta vincendo
- Mason, P. (2015), Postcapitalism: a Guide to Our Future, Allen Lane, UK
- Searls, D. e Weinberger, D. (2015), New Clues
- Vaughan, B. K., Martin, M. e Vicente, M., The Private Eye
- World Wide Web Foundation, The Web Index 2014-15