Torino, 17 maggio 2013
Venerdì 17 maggio 2013, ore 14
Nuova sala consultazione della Biblioteca Centrale di Ingegneria
Politecnico di Torino
Corso Duca degli Abruzzi, 24
Incontro con la prof. Maria Chiara Pievatolo
Dipartimento di Scienze politiche – Università di Pisa
Il diritto d’autore è davvero un diritto dell’autore? O non è, a dispetto del suo nome, esercitato in prevalenza come diritto dell’editore?
Un simile interrogativo è d’attualità quotidiana per chi si confronta con il mondo dell’editoria scientifica. Mentre la rivoluzione digitale ha abbattuto i costi di produzione, i prezzi delle riviste sono cresciuti, nel periodo 1975-1995, di circa il 300% oltre l’inflazione, anche in virtù del successo di un marketing che li ha legati alla valutazione della ricerca. C’è un’evidente sproporzione fra il potere degli autori, che forniscono e selezionano i contenuti, e quello dei mediatori, che dovrebbero – o dovevano – soltanto diffonderli al pubblico.
Il problema del rapporto fra gli autori, gli editori e il pubblico e la questione della consistenza filosofica del concetto di proprietà intellettuale sono stati già trattati dagli illuministi: per loro, infatti, gli strumenti e i diritti connessi alla comunicazione del sapere non erano marginalità tecniche, bensì parti importanti dell’uso pubblico della ragione.
Chi aderisce ai principi dell’accesso aperto vuole emancipare il ricercatore e il suo pubblico dalla mediazione editoriale tradizionale e dalle sue rendite. Un bene oggetto di proprietà, anche intellettuale, è per definizione alienabile. E’ dunque esposto ad essere alienato, soprattutto se la parte più debole del gioco, l’autore, opera in un sistema editoriale che lo sovrasta ed è sottratto al suo controllo. In questa prospettiva anche oggi un confronto con i filosofi illuministi che hanno pensato – come Kant – un diritto d’autore senza proprietà, o sognato – come Lessing – sistemi di remunerazione della creatività senza monopolio può essere di grande interesse teorico e pratico. E, soprattutto, può indurci a chiederci se siano stati gli illuministi – nel cuore dell’età della stampa – ad anticipare alcuni dei nostri problemi, o se non siamo piuttosto noi – all’inizio dell’età della rete – ad attardarci nei pregiudizi di un passato recente.
Interverrà il prof. Juan Carlos De Martin, delegato del Rettore per i Servizi bibliotecari e National Point of Reference italiano verso la Commissione Europea per le politiche Open Access.
Organizzazione a cura dell’Area Bibliotecaria e Museale del Politecnico di Torino.