Prof. Maurizio Ferraris
(Università degli Studi di Torino)

Mercoledì 8 gennaio 2020, ore 17.00 – 19.00

Sala Principi d’Acaja – Rettorato
Università degli Studi di Torino, Via Verdi 8, Torino

Stanza virtuale: https://didattica.polito.it/VClass/NexaEvent
Da qualche decennio è in corso una trasformazione non meno drammatica della rivoluzione industriale, e che proprio come quella chiede tempo per essere concettualizzata. Per catturare una essenza che rimane impensata si susseguono nomi sempre diversi, parziali, esoterici: virtuale, Intelligenza Collettiva, Internet, web, big data, intelligenza artificiale, game… Insomma, stiamo apprestando, tutti insieme, senza volerlo o saperlo, un nuovo Visnusahasranāma: un poema collettivo fatto di libri, saggi, articoli, dibattiti, post che canta i mille nomi di Visnu, la cui essenza rimane sconosciuta. Per cercare di dare un nome a questo dio nascosto partirò dall’esame della rivoluzione in corso, cercando di coglierne la specificità, e di conseguenza anche le differenze essenziali rispetto alla rivoluzione industriale; quindi, mi concentrerò sulla rivelazione metafisica resa possibile dalla rivoluzione (che, come ogni rivoluzione, non trasforma il mondo, ma ne manifesta strutture essenziali presenti, in forma nascosta o solo accennata, sin dall’inizio); infine, mi dedicherò alla speculazione, ossia alle decisioni che dobbiamo prendere rispetto al futuro e i fini politici da perseguire rispetto al nuovo mondo in cui, senza accorgercene, ci siamo trovati a vivere.
Biografia

Maurizio FERRARIS è professore ordinario di filosofia teoretica presso l’Università degli studi di Torino e presidente del LabOnt – Centro interdipartimentale di ontologia. Membro consultivo del “Center for Advanced Studies of South East Europe” (Rijeka) e del “Internationales Zentrum Für Philosophie” NRW, ha ricevuto la laurea honoris causa presso l’Università di Flores (Buenos Aires) e presso l’Università di Pécs. È editorialista per “La Repubblica” e per “Neue Zürcher Zeitung”, direttore di “Rivista di Estetica”, “Critique”, “Círculo Hermenéutico editorial” e “Revue francophone d’esthétique”. Ha scritto quasi sessanta libri che sono stati tradotti in diverse lingue. Ha lavorato nei campi dell’estetica, dell’ermeneutica e dell’ontologia sociale, legando il suo nome alla teoria della documentalità e al nuovo realismo contemporaneo.
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